Durante le cure radianti e chemioterapiche l’agopuntura sostiene e protegge le cellule sane affinché diventino coprotagoniste dell’azione terapeutica; stimola gli organi in sofferenza, come il fegato, il midollo osseo e l’apparato digerente; avvia una profonda disintossicazione, ripristina e rinforza il sistema immunitario.
Terminate le cure oncologiche l’agopuntura aiuta il paziente a recuperare vitalità e a mobilizzare il “soffio vitale” affinché raggiunga ogni parte del corpo per farlo “risorgere”, cioè rinascere.
Nella medicina cinese ogni malato è unico, ogni persona ha la propria storia, le proprie origini, le proprie risorse che la malattia può compromettere. L’essere umano è una complessa “rete di informazioni” con una componente di intelligenza e di coscienza.
L’agopuntura agisce su questa intelligenza e questa capacità di trasmissione di informazioni, sia elettriche che biochimiche, per portare la cura in tutto il corpo, in modo dolce e mai aggressivo; punta a sconfiggere la malattia o almeno a contenerla senza effetti collaterali e forzature.
Oltre a risanare il corpo ha la funzione di “pulirlo”, purificarlo in profondità. Pertanto è un valido aiuto durante la chemioterapia e la radioterapia, senza alcuna contrindicazione.
Il corpo e la mente sono sistemi interconnessi e inscindibili.
Troviamo ricettori del sistema nervoso e immunitario nell’intestino, nei reni, nello stomaco, nel cuore, in ogni parte del corpo. Per la medicina cinese il corpo cura la mente e la mente cura il corpo.
Quindi la cura attraverso il corpo arriva anche ai nostri pensieri e stati d’animo, i quali modificandosi a loro volta incidono positivamente sul corpo. Questo movimento circolare risulta utile soprattutto in malattie dove la paura gioca un ruolo importante, blocca il corpo e le risorse, paralizzando la persona.