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Vino e mortalità cardiovascolare: il consumo moderato di vino rosso può essere benefico

29 maggio 2023

Si, sono di parte.

Sono un sommelier e i miei nonni veneti hanno seguito le loro vigne fino oltre i 90 anni... 

In un momento in cui i media "sparano" contro il vino io vi presento uno studio, pubblicato su autorevole rivista, dove dall'analisi statistica risulta che il vino in misura moderata fa bene.
Io non penso che si arriverà a una verità.
Il mio pensiero storico mi porta a ricordarvi che i romani ovunque andassero a conquistare terre piantavano vitigni per produrre vino che poi è stato apprezzato dalle popolazioni locali e lo hanno tramandato nelle generazioni, se fosse stato tossico.... Il mio pensiero antropologico mi porta a ricordarvi che la vita media dei paesi mediterranei è aumentata consumando quotidianamente vino. Il mio pensiero nutrizionista mi ricorda che effettivamente dovrei bere più di una damigiana di vino al giorno per avere la dose terapeutica di resveratrolo (noto antiossidante anti invecchiamento e anti cancro contenuto nel vino rosso) ... Ma sappiamo anche che gli omega tre assunti mangiando aringhe sono diversi e più efficaci di quelli assunti con integratori  e che si dice che la curcuma non viene assorbita ma....non si nega la sua efficacia terapeutica. Tutte cose che per ora non hanno risposte.
Impariamo a conoscere il vino e ad apprezzarlo con il cibo nelle dosi adeguate. Come in tutti gli alimenti l'eccesso e la scarsa qualità sono dannosi. L’Irlanda vuole scrivere sulle etichette che l'abuso di alcolici è dannoso per la salute. Allora perché non mettiamo una etichetta anche su salumi, bevande zuccherate carni e pesci da allevamento intensivo, frutta e verdura da agricoltura intensiva.
Non si chiede ad un astemio di bere vino per vivere più a lungo ma penso che non ci siano validi dati per sostenere che chi assapora gusta e gode di un piacere debba smettere di farlo perché nuoce alla sua salute.

Davide T.

DA DOCTOR33 29 MAGGIO 2023: http://www.doctor33.it/clinica/vino-e-mortalita-cardiovascolare-il-consumo-moderato-di-vino-rosso-puo-essere-benefico-lo-studio/?xrtd=LYAYCSLRTVVSPRYTPRCTATA

Vino e mortalità cardiovascolare: il consumo moderato di vino rosso può essere benefico. Lo studio

L'IRVAS, l'Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute, comunica le importanti conferme che emergono da uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica BMC Medical Education dal titolo "Change in habitual intakes of flavonoid-rich foods and mortality in US males and females": studio osservazionale particolarmente significativo che ha messo in evidenza, per il vino rosso, un rischio di mortalità inferiore del 4% per ogni aumento di assunzione di 3,5 bicchieri a settimana.

Presentato nel corso di un convegno al Senato sul tema "Bere mediterraneo. Gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino" l'IRVAS prende così posizione sul nuovo studio osservazionale appena pubblicato. La nuova istituzione, infatti, si propone di promuovere e facilitare la diffusione della conoscenza e dell'informazione di temi riguardanti la Dieta mediterranea e il consumo moderato e consapevole di vino, in rapporto ad una corretta alimentazione, alla salute e al benessere della popolazione.
Lo studio osservazionale è particolarmente significativo perché ha preso in esame un campione molto ampio di soggetti statunitensi (ben 55.786 donne e 29.800 maschi), di mezza età e senza malattie croniche come dato di partenza.
Il gruppo degli autori è composto tra gli altri da Walter Willett, epidemiologo della Harvard School of Public Health di Boston, uno dei più importanti ricercatori al mondo sul tema nutrizione e salute; lo studio ha preso in esame un campione molto ampio di soggetti statunitensi.

Sono state valutate le associazioni tra i cambiamenti nell'assunzione di alimenti molto ricchi di flavonoidi e mortalità. È stato anche definito un punteggio, chiamato "flavodiet", basato sulla quota globale assunta di alimenti e bevande che sono noti per essere i principali contributori all'assunzione di flavonoidi.
Per il vino rosso, questo studio evidenzia un rischio di mortalità inferiore del 4% per ogni aumento di assunzione di 3,5 bicchieri a settimana. L'aumento di 3,5 porzioni alla settimana dimostra una significativa riduzione della mortalità anche per mirtilli e peperoni (rispettivamente 5%, 9%). Inoltre, l'aumento di una tazza al giorno di thè comporta la riduzione della mortalità del 3%. Per contro non si sono osservati effetti altrettanto positivi con altri alimenti ricchi in polifenoli quali mela, cioccolato fondente e agrumi. Quando invece si consideri il punteggio "flavodiet", si è dimostrato che un aumento di tre porzioni al giorno nell'assunzione di alimenti ricchi di flavonoidi (ad esempio una tazza di tè, una porzione di mirtilli e un bicchiere di vino rosso) comporta una riduzione del rischio di mortalità pari all'8%.
Gli autori concludono pertanto che incoraggiare un aumento dell'assunzione di specifici alimenti e bevande ricchi di flavonoidi, in maschi e femmine di mezza età, può ridurre il rischio di mortalità precoce.

Attilio Giacosa, Dipartimento di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica del Policlinico di Monza, membro del Comitato Scientifico IRVAS commenta "Evidenze scientifiche nazionali ed internazionali sono in linea con i risultati di questo studio e permettono di sottolineare in modo chiaro che il consumo moderato di vino in età adulta (due bicchieri al giorno per l'uomo e un bicchiere al giorno per la donna) associato al modello di alimentazione tipico dei popoli mediterranei, riduce significativamente il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, declino cognitivo e allunga la vita. In molteplici studi internazionali la relazione tra consumo di alcol e mortalità viene identificata con una curva a forma di "J". Questa curva dimostra che bere alcolici con moderazione riduce la mortalità rispetto agli astemi (curva inferiore della "J"), mentre la mortalità aumenta drammaticamente con l'aumento del consumo di alcolici (tratto verticale della "J"). Questa stessa curva si osserva per le malattie CV e per i disturbi cognitivi. L'aderenza marcata al «modo moderato di bere Mediterraneo» si associa ad una riduzione della mortalità pari al 45% (relative reduction in overall mortality) rispetto al 31% osservato quando si considera solo il consumo moderato di alcol".

Secondo Luigi Tonino Marsella, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell'Università di Roma Tor Vergata e Presidente dell'Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute - "è indubbio che gli astemi non devono iniziare a bere alcolici per ridurre il loro rischio di malattie cardiovascolari o di diabete o per ridurre la degenerazione cognitiva senile e per ridurre il rischio di mortalità, ma l'evidenza epidemiologica indica che non c'è motivo di suggerire a coloro che bevono vino con moderazione di smettere di farlo".

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