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Camminare: non costa nulla, fa bene alla salute, è il modo più sostenibile di muoversi

27 febbraio 2024

Negli Atti degli Apostoli (3,6) Pietro guarisce uno storpio nel nome di Gesù: “Argento e oro io non ne ho, ma quel che possiedo io te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!”. Nel vangelo di Giovanni (5,8) Gesù alla piscina di Betesda guarisce uno storpio con le parole: “Alzati, prendi il tuo giaciglio e cammina!”. È intuitivo, in entrambi i miracoli, il significato del camminare come possibilità di vita autonoma, di libertà, di salute, di indipendenza dalla malattia e dall’handicap. Ma è possibile anche riconoscere nel binomio “alzati e cammina” il significato allegorico di uscire dal peccato, dalla pigrizia, dall’ozio, dalla sedentarietà del fannullone per intraprendere una vita attiva, di lavoro, di impegno, di fatica, di ricerca della vita e della necessità di viverla con pienezza.

Il camminare come effetto di un intervento miracoloso. Ma potrebbe anche essere l’inverso. Negli ultimi anni sono sempre più numerosi I dati scientifici che dimostrano che il “camminare” in un certo senso è in grado di fare miracoli alla nostra salute. E se non sono proprio effetti miracolosi, sono certamente effetti benefici. Sia in senso preventivo che nel senso di un controllo e miglioramento dei sintomi di una malattia già instaurata.

Ci sono solide evidenze scientifiche sul ruolo della scarsa attività fisica nel favorire lo sviluppo delle neoplasie che colpiscono il colon (intestino), il seno, sia prima che dopo la menopausa, e il corpo dell’utero. (www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/attivita-fisica/sedentarieta-e-cancro ). Lo studio EPIC, per esempio, ha dimostrato che la dieta mediterranea è in grado di proteggere dal tumore all’intestino, sia nei maschi che nelle femmine; e lo stesso beneficio è stato dimostrato con la regolare attività fisica, specialmente se nella modalità del camminare. Ovviamente i risultati migliori si ottengono seguendo entrambi i suddetti stili di vita.

Camminare con regolarità aiuta a prevenire le malattie cardiocircolatorie (ictus cerebrale, infarto del miocardio, ecc.), fa dimagrire e combatte l’obesità, aiuta a prevenire e controllare il diabete (quello di tipo 2, che insorge in età adulta). Inoltre, fa bene alla memoria ed alla creatività, rallentando l’invecchiamento delle cellule cerebrali; aumenta le difese immunitarie dell’organismo; riduce i problemi legati all’invecchiamento, sia in senso preventivo sia aiutando a mantenere una buona mobilità durante la terza età.

Sorge spontanea una domanda. Camminare in un ambiente con aria inquinata fa bene? Risulta maggiore il beneficio dell’attività fisica oppure il danno degli inquinanti tossici che respiriamo in quantità maggiore a motivo dello sforzo fisico? In realtà i risultati scientifici sono contradditori e non possiamo ancora dare una risposta certa. Quello che invece è sicuro è che “Camminare nel Verde”, camminare in mezzo alla natura, comporta tutta una serie di benefici sia al corpo che alla mente.

Il meccanismo con cui si verificano questi benefici è spiegato da una nuova branca della Biologia che si chiama “Epigenetica”.  L’epigenetica studia i meccanismi con cui si esprimono i geni indipendentemente dalla sequenza del DNA, che è invece patrimonio della genetica. Questi studi sono stati eseguiti in particolare su pazienti neoplastici, dimostrando che l’attività fisica regolare ha effetti benefici sulla sopravvivenza di pazienti affetti da tumore. Ma essa influisce anche positivamente su sintomi come la “fatigue” (stanchezza spesso associata ad anemia e depressione) e la debolezza muscolare migliorando in ultima analisi la qualità di vita (QOL). Sembra quasi un paradosso, un controsenso, ma è vero: ad esempio malate di tumore alla mammella con la “fatigue”, se riuscivano a camminare o fare attività fisica anche moderata, avevano un miglioramento clinico evidente della loro stanchezza.

Un aspetto particolare che merita di essere segnalato a questo proposito è costituito dal Progetto “Montagna Slow”, che ha come mission il camminare in montagna con attenzione alla natura e con un approccio lento che permetta di entrare in contatto con l’ambiente circostante e di godere al massimo delle bellezze del panorama. (https://www.slowmedicine.it/montagna-slow/) È un Progetto dell’Associazione “Slow Medicine” per un approccio alla montagna sobrio, rispettoso e giusto, che favorisca la salute e il benessere per tutti e tuteli l’ambiente e la biodiversità.

Anche l’Istituto Superiore di Sanità, raccogliendo dati statistici sulla obesità dei bambini (Progetto “Okkio alla salute”), nel 2019 ha pubblicato un rapporto sulla utilità degli stili di vita ed in particolare della attività fisica.  I dati relativi alla età adulta (“progetto Passi”) ed anzia­na (progetto “Passi d’Argento”) confermano l’importan­za di tutti i corretti stili di vita, con particolare riferimento alla attività fisica regolare.

In conclusione, “Camminare” è la modalità più semplice di svolgere attività fisica e una regolare attività fisica è uno stile di vita che aiuta a prevenire malattie di diverso tipo e a migliorare molti sintomi o problemi di chi è ammalato, sia di tumore che di altre malattie.
Se qualcuno fosse interessato, può approfondire l’argomento leggendo un articolo del sottoscritto pubblicato recentemente sulla rivista “Il Cesalpino” (Il Cesalpino n.60, 2023, pag 30-33: https://www.omceoar.it/archivio-edizioni-pdf)

Un ultimo consiglio. Non dobbiamo esagerare: i maratoneti hanno una sopravvivenza che non è superiore a chi fa una attività regolare senza esagerare, anzi. Ovviamente la durata della camminata dipende da molti fattori: età, stato fisico, allenamento, ecc. In sintesi, volendo fare una media, si consiglia almeno una durata di 20 minuti al giorno possibilmente con passo sostenuto. Sarebbe interessante conoscere qualche esperienza concreta oppure qualche parere da parte di chi ci legge. Buon cammino!

Gianfranco Porcile

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