Da Hodgkin all'Ultra Trail

Ciao!

Mi presento, sono Matteo, un ragazzo di 32 anni che vive nella ridente Carugate, un paese della pianura padana a circa 15km da Milano.

Oggi voglio raccontarvi la mia passione più grande: la montagna!

In generale mi ritengo una persona abbastanza vivace sportivamente parlando e prediligo principalmente sport e attività all’aria aperta come la corsa, i giri in bicicletta e le passeggiate in montagna.

Sin da quando ero bambino con la mia famiglia andavo spesso in montagna durante il periodo estivo. Lì ho cominciato a fare le prime escursioni.

Intorno ai 12 anni (scuole media) ho iniziato a fare escursioni sempre più belle ed impegnative, sia con amici durante l’estate, che con gli zii super conoscitori delle cime lombarde.

Un giorno (non ricordo esattamente quando) il semplice camminare sui sentieri non mi bastava più, sentivo il bisogno di provare di più, di volere qualcosa che mi “potesse scavare dentro” per scoprire fino a dove avrei potuto spingermi…

A tal proposito ho infatti scoperto il Trail Running, che per me non è altro che unire le mie due passioni: la corsa e la montagna.

Nel periodo dell’adolescenza ho iniziato a correre in montagna ripercorrendo gli stessi sentieri che prima facevo camminando, e sorprendendomi di quanto tempo in meno riuscivo a fare lo stesso giro.

In un attimo arrivo ai 19 anni. Tutto era pronto per fare il primo certificato medico agonistico ed iscrivermi ad una gara di Trail Running, ma una mattina guardandomi allo specchio mi accorgo che un linfonodo si era gonfiato in modo anomalo.

Nel giro di qualche settimana avevo scoperto che in realtà avevo già qualcosa che mi stava “scavando dentro” e non era il Trail Running, ma un maledetto Linfoma di Hodgkin.

Non voglio però raccontarvi lo sconforto, i pianti, le parolacce dei primi tempi e nemmeno le terapie, perché tanto bisognava farle e basta. Voglio raccontarvi quanto mi siano pesate le parole dell’oncologa che mi disse “è un tumore, bisogna curarlo” e che al mio cervello di ventenne erano suonate come “hai un tumore, devi ribaltare tutta la tua vita”.

Fortunatamente alle chemio avevo risposto bene fin da subito, quindi nel giro di sei mesi “il brutto stronzo” (come lo chiamavamo in famiglia...) non c’era più: EVVAI!

Tornando allo sport, ovviamente nessun dottore sano di mente mi avrebbe rilasciato un certificato medico per l’abilitazione all’attività agonistica; quindi, per i cinque lunghi anni di controllo della malattia ho dovuto aspettare il via libera.

Finalmente nel 2016 dopo una visita medica mi ritengono IDONEO alla pratica sportiva.

Inizialmente mi sono iscritto a gare di corsa in montagna brevi: 12km, 20km, 33km. Poi, piano piano ho esteso sempre di più il chilometraggio e il dislivello, fino a toccare anche i 100km.

Di recente, infatti, a fine settembre 2023 ho partecipato all’Adamello Ultra Trail, corsa in montagna di 100km con 6000m di dislivello positivo.

Un percorso stupendo durato 20 ore e 26 minuti nella splendida alta Val Camonica (Lombardia) e nell’alta Val di Sole (Trentino), attraverso paesaggi che cambiavano rapidamente al variare della quota altimetrica del tragitto che si è snodato tra i 1200m del Comune di Vezza d’Oglio e i 2700m del Passo dei Contrabbandieri (il valico che collega le due regioni).

Ho voluto raccontarmi sperando solamente di essere di aiuto a qualcuno che, come me, si è trovato o si trova costretto a lottare contro un maledettissimo “brutto stronzo” che cerca di sconvolgergli la vita per sempre. In realtà, nel mio piccolo, ho imparato che dopo tutto la tua vita continua, anzi, ne inizi una nuova con la consapevolezza di esserti appena lasciato alle spalle la tua più grande VITTORIA!

Matteo C