La leucemia linfatica cronica è la leucemia più diffusa nel mondo occidentale, solo in Italia 3.400 persone vengono diagnosticate ogni anno, per un totale di oltre 25mila persone..
Stiamo assistendo ad un’evoluzione del concetto di tempo per il malato grazie ad un nuovo paradigma terapeutico e ad una rinnovata valutazione della qualità di vita. Rispetto al recente passato la strategia terapeutica può essere a “termine”. È così possibile controllare la neoplasia e, soprattutto, garantire una qualità di vita più soddisfacente – sia professionale che personale – al paziente di tutte le età.
È questo il concetto emerso durante il convegno nazionale “Leucemia Linfatica Cronica: tempo per vivere” promosso oggi da AbbVie, con la partecipazione di clinici ed esperti che si ritrovano a Roma per fare il punto sullo stato dell’arte rispetto alle nuove prospettive dei pazienti, anche in prima linea di trattamento.
“Tutti i pazienti devono poter avere tempo e spazio a disposizione nel confronto con i propri ematologi” queste le parole di Davide Petruzzelli, Presidente Associazione La Lampada di Aladino ETS, nel suo intervento al convegno.
Sia nel momento della diagnosi sia nella scelta terapeutica e di follow-up, è importante portare a conoscenza il paziente del percorso che gli si prospetta, ma anche ascoltare quelle che sono le sue necessità e le sue preferenze. Le recenti strategie terapeutiche ci permettono di guardare oltre i trattamenti standard che facevano utilizzo della chemioterapia, tutti i pazienti eleggibili alle terapie target debbono poter beneficiare di questa innovazione, e il tempo dev’essere considerato un indicatore imprescindibile affinché vi sia una corretta comunicazione e uno scambio continuo tra le parti coinvolte”.
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