Tutto ebbe inizio in un giorno d’autunno del 2009 durante una visita al seno di routine, una di quelle visite che tutte le donne fanno con una tranquillità inconscia che fa loro dire:”Sicuramente è tutto a posto, ma è sempre bene fare un controllo ogni tanto.” Subito la tranquillità è infranta: nasce il sospetto e mi prescrivono altri esami più approfonditi per fugare ogni dubbio. La diagnosi parla di un nodulo sicuramente da asportare, ma occorrono ulteriori analisi per capirne meglio la natura. Gli esiti della quadrantectomia e della biopsia al linfonodo sentinella sono chiari:”Signora, lei ha un carcinoma al seno.”. Il sangue mi si ghiaccia, nella mia testa c’è tanta confusione, inizio a perdere i sensi. Svengo. Sono Teresa, una donna di 75 anni, ed in questo momento l’unica forza che ho è mio marito: l’uomo che ha accantonato il suo male per accompagnare me nel tortuoso percorso nel quale vengo catapultata. È lui l’uomo che ogni giorno mi dona la forza di sottopormi alle terapie nonostante la mia stanchezza di combattere. Il pensiero che mi risuona in testa giorno per giorno é:”La mia vita è finita”, ma grazie a lui io sono ancora qui: la forza dell’amore ha il potere di mantenere vive anche le persone che vogliono arrendersi, che sono stanche di combattere e che arrancano. Sono spaventata dall’idea di dover fare la chemioterapia e di perdere i capelli. Sono terrorizzata, ogni dettaglio, ogni fattore mi spaventa e sembra essere un motivo in più per fermarmi lasciando che la malattia mi logori anima e corpo. Gli esami di controllo non vanno bene e mi abbatto ancora di più, ma lui è qui. Sempre qui. La mia chemioterapia si prolunga per circa un anno, poi i medici mi parlano della radioterapia da fare tutti i giorni. Basta ! Io mi fermo qui, non voglio più fare tutta questa fatica, io non la reggo più! Non ho intenzione di andare tutti i giorni con il pullman da sola in ospedale per le terapie. Mio marito viene ricoverato all’ospedale per il suo male: un tumore alla gola. Lui non mi può più accompagnare nel mio calvario. Mi sento ancora più stanca di combattere. Poi, per vie traverse, come si dice “per caso”, vengo a conoscenza dell’associazione La Lampada di Aladino Onlus che si occupa di accompagnare i malati di cancro nel proprio percorso di cura, prendo coraggio e vado. Incontro Davide Petruzzelli che mi dà forza e speranza: da questo momento con me ci saranno dei volontari ad aiutarmi, a portare questo peso, ad affrontare le terapie con un sostegno in più. Grazie. In corrispondenza della S. Pasqua 2010 io sono guarita: ho terminato le terapie e tutto è a posto. Sono riuscita a combattere la morte: la vita ha vinto! Trovo negli altri una nuova forza per me: in compagnia degli amici sono serena, mi sento amata, il pesante ricordo della malattia si nasconde ed io sto bene.