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La storia di Elisabetta

Elisabetta

Ciao Aladino, sono Elisabetta, zabétta zàbettina zabetüna zabetàscia. É stato il mio primo soprannome, o meglio, è così che la sciüra Angiuléta detta Angiuletùn perché molto alta e ben messa, ha detto a mia mamma quando ha udito il mio nome il giorno del mio battesimo mentre mi portava in chiesa. Peccato che fino all’anno scorso, nessuno di quei bei nomi cosi nobili, di cui sono stata investita quel giorno, non sono mai stati nel Mio carattere……. Se non dall’anno scorso quando qualcosa mi ha cambiato la vita. Ebbene ora sono una zabétta perché ti sto rivelando la mia storia di paziente oncologico. Era un anno che mi sentivo sempre stanca e con dolori muscolari insopportabili. Avevo eseguito tutti gli esami possibili e immaginabili, visite dai migliori specialisti in campo neurologico ma non venivo a capo di nulla. Un giorno, per caso , tastando sotto l’ascella sinistra, ho avvertito un nodulo sottocutaneo delle dimensioni di nocciolo di ciliegia che al tatto faceva molto male. Lo feci vedere al mio medico condotto il quale dopo averlo tastato con una garza , mi disse che era un linfonodo infiammato…. Un giorno però dopo aver fatto un lavoro per un ufficio a Monza, il linfonodo si è notevolmente ingrossato e ha iniziato a farmi molto male. Invece di tornare a farlo vedere al mio medico, ho fissato un appuntamento con il senologo della LILT. Devo ringraziare la mia amica Olga che mi aveva consigliato la visita tempo prima e mia sorella Roberta per aver insistito a farmi visitare anche dal dott. Placucci. Era l’11Febbraio 2010 ,sul calendario dello studio medico dell’Asl di Brugherio c’era scritto Nostra Signora di Lourdes, che coincidenza pensai…. E siccome nulla capita mai per caso, essere in quel luogo al momento giusto, è stato un miracolo. Da una prima superficiale indagine a quelle di seguito più approfondite e all’intervento, sono trascorsi solo 16 giorni. In così poco tempo non ho avuto modo di pensare ma solo di agire. Avevo finalmente scoperto la causa del mio malessere e non vedevo l’ora di togliermelo di dosso. E’ come avere mal di denti e come si dice in gergo ,”tolto il dente, tolto il dolore”… Caro Aladino, che settimane frenetiche ho trascorso, vorrei solo cancellare ma non dimenticare lo stress che ho causato a chi mi è stato vicino in quei giorni e in quelli successivi all’intervento avvenuto il 1° marzo 2010. Sai, finché non ti capita qualcosa che ti scuote l’esistenza, non ti rendi conto di quante persone ti vogliono bene. Oltre l’amore sincero dei famigliari, si scopre anche l’affetto di tante persone a cui stai veramente a cuore. I medici che mi hanno operato sono stati fantastici, forse perché anch’io non mi sono mai lagnata o forse perché sportivamente ho preso tutto quello che veniva con molta serenità e a volte con qualche battuta spiritosa. Dopo l’intervento, sono stata dimessa con due belle borsettine di Louis Vuitton con la tracolla direttamente collegata al mio seno, nuovo progetto antiscippo….Battute a parte, il dott.Agresti che ha eseguito l’intervento e il dott. Cortinovis, sono state delle persone meravigliose, professionali sul loro lavoro e contemporaneamente umani. Scherzosamente soprannominata Rigoletto dal dott.Agresti , per la postura che avevo assunto dopo l’intervento, ha fatto sì che iniziassi la fisioterapia per poter muovere agilmente il braccio e dimenticare al più presto i postumi dell’operazione. Il dott Cortinovis (chirurgo plastico) invece va fiero della sua creazione. Mio caro nuovo amico Aladino, ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di scriverti così che tu possa raccontare ad altri la mia esperienza vissuta quale tuttora paziente oncologico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Non ho ancora resettato la mia memoria e lo scriverti non è stato così difficile come pensavo all’inizio quando ho preso carta e penna. E’ bastato iniziare. Ho volutamente tralasciato tanti particolari per non annoiarti….. Il mio motto è: pensa positivo perché nulla capita per caso, sorridi che la vita ti sorride e se un giorno ti senti tra “gnàc e patàc”, non rimproverartelo, capita a tutti di non essere al “100 “% delle proprie forze. Hai visto anche il cielo oggi, continua a cambiare colore, il sole arriva e poi torna a nascondersi dietro le nuvole lasciando spazio alla pioggia per dar da bere alla terra altrimenti tutto si seccherebbe. Ecco che un giorno sereno come tanti altri, ha iniziato a piovere …. Ho aperto l’ombrello e l’imperativo è stato vincere! “La vita è un talento che ci è stato affidato perché possiamo trasformarlo e accrescerlo, facendone un dono per gli altri. Nessuna persona è un iceberg alla deriva nel mare della storia. Ognuno di noi fa parte di una grande famiglia in cui ciascuno di noi ha il proprio posto e il proprio ruolo.” (Beato Karol Wojtyla)

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